INNALZAMENTO DELLE ACQUA
Il termine acqua alta è un'espressione veneziana, poi mutuata dall'italiano, che indica il fenomeno dei picchi di marea particolarmente pronunciati che si verificano con periodicità nell'Adriatico settentrionale e con particolare intensità nella laguna di Venezia, tali da provocare allagamenti nelle aree urbane di Venezia e Chioggia e, molto più raramente, di Grado e Trieste. Il fenomeno è frequente soprattutto nel periodo autunnale-primaverile, quando si combina con i venti di scirocco, che, spirando dal canale d'Otranto lungo tutta la lunghezza del bacino marino, impediscono il regolare deflusso delle acque, o di bora, che ostacolano invece localmente il deflusso delle lagune e dei fiumi del litorale veneto.
Il termine acqua alta nell'uso comune in realtà indica il fenomeno generico. Da un punto di vista tecnico per la città di Venezia esistono invece definizioni più rigorose, basate sui livelli di marea osservati alla stazione idrografica di Punta della Salute:
- marea sostenuta quando il livello di marea è compreso tra +80 cm e +109 cm sullo zero mareografico (definito come il livello medio del mare misurato nel 1897);
- marea molto sostenuta quando il valore è compreso tra +110 cm e +139 cm;
- acqua alta eccezionale quando il valore raggiunge o supera i +140 cm.
Il livello di marea è determinato da due contributi:
- La marea astronomica, dipendente dal moto degli astri, principalmente la Luna e in proporzione minore il Sole e via via tutti gli altri corpi celesti, e dalla geometria del bacino. Il contributo di questi fattori è soggetto a pochissime incertezze ed è regolato da leggi di meccanica fisica, quindi può essere calcolato con elevata precisione anche con anni di anticipo.
- Il contributo meteorologico, che dipende da moltissimi fattori variabili, quali direzione e intensità dei venti, campi barici, precipitazioni eccetera, tutti legati da relazioni complesse e regolati da leggi fisiche di tipo probabilistico, per cui le previsioni possono essere elaborate solamente tramite modelli statistici, a pochi giorni di distanza e con un'approssimazione crescente con l'anticipo della previsione.
Per la sua particolare configurazione geografica a catino, il mare Adriatico presenta escursioni di marea molto più pronunciate rispetto al resto del Mediterraneo. La ragione è da ricercarsi nel fatto che ha una sessa predominante, quella longitudinale, caratterizzata da un periodo medio di oscillazione di circa 21h 30', con un'ampiezza estrema d'oscillazione di circa 50 cm, ed un secondo modo naturale longitudinale con periodo medio di 12 ore e 11 minuti, dunque entrambi confrontabili con il periodo della marea astronomica, rendendo in tal modo possibile la sovrapposizione delle due escursioni. La marea astronomica risente poi delle fasi lunari e solari, accentuandosi nei periodi di novilunio e plenilunio e durante gli equinozi. A questo può andare ad aggiungersi l'azione locale di forti venti di scirocco che, spirando nell'Adriatico meridionale, può frenare il reflusso delle acque dell'intero bacino, intensificando ulteriormente i loro effetti quando risultino estesi all'intera lunghezza dell'Adriatico.
Il caso particolare della Laguna Veneta
Sul litorale veneto, oltre alle suddette concause, producono effetti negativi sul deflusso delle acque anche i venti di bora, i quali, spirando dai quadranti nord-nordorientali, rallentano lo scarico idraulico delle lagune e dei fiumi. In particolare, nella Laguna Veneta, la bora, spirando attraverso le bocche di porto, può impedire al mare di ricevere l'onda di ritorno di marea, incrementando gli effetti del picco successivo.
A questo si aggiungono le conseguenze della realizzazione della zona industriale di Porto Marghera, la quale ha ulteriormente aggravato il fenomeno dell'acqua alta per diversi motivi: innanzitutto la maggior parte della zona industriale è stata ricavata bonificando vaste estensioni di laguna, precedentemente occupate da barene, ovvero da isolotti che sporgendo appena dall'acqua venivano allagati in caso di alta marea agendo da vaso di espansione e limitando l'escursione della stessa. In secondo luogo per permettere alle petroliere di raggiungere le banchine di scarico è stato scavato un profondo canale, il Canale dei Petroli, che parte dalla bocca di porto di Malamocco e raggiunge la terraferma. Quest'opera ha ingrandito considerevolmente la sezione della bocca di porto aumentando di conseguenza la quantità di acqua che entra in laguna.
Tuttavia Porto Marghera non è stato l'unico intervento umano che ha contribuito a variare l'ampiezza media di marea. Tra i più rilevanti sono da citare: la costruzione del Ponte Ferroviario (1841-1846), l'estromissione dal bacino di Chioggia del fiume Brenta e la conseguente bonificazione di 2363 ettari di zone barenicole; la costruzione delle dighe foranee (Porto di Malamocco, 1820-1872; Porto di S. Nicolò, 1884-1897; Porto di Chioggia, 1911-1933); la costruzione del Ponte della Libertà (1931-1933); la creazione della Riva dei Sette Martiri (1936-1941); la realizzazione dell'isola artificiale del Tronchetto (superficie 17 ettari, 1957-1961) e il raddoppio del ponte ferroviario (1977).
Vi sono infine altre cause naturali: la subsidenza, ossia lo sprofondamento naturale del terreno, accentuato significativamente dall'intenso emungimento delle acque di falda effettuato in passato per alimentare il polo industriale di Porto Marghera, e l'eustatismo, ovvero l'innalzamento del livello del mare, anch'esso accentuato negli ultimi anni dal riscaldamento globale del pianeta. Entrambi i fenomeni hanno reso la costa maggiormente vulnerabile alla marea.
Il centro previsioni e segnalazioni maree di Venezia calcola in 23 cm la perdita totale di quota altimetrica della città dal 1897 (anno di definizione dello zero altimetrico), scomponibile nei seguenti contributi:
- cause naturali, +12 cm (9 di eustatismo e 3 di subsidenza)
- cause antropiche, +13 cm (subsidenza)
- recupero elastico, -2 cm.
Metodi di rilevazione, segnalazione e controllo
Per la misurazione di riferimento dell'acqua alta ci si basa sull'altezza di marea rilevata dalla stazione ubicata alla Punta della Salute, alla quale è riferito anche lo zero mareografico. Infatti per convenzione a Venezia le altezze di marea sono riferite al livello medio del mare a Punta della Salute misurato nel 1897.
La città è dotata di un sistema di controllo dei livelli di marea con stazioni collocate in vari punti della laguna e anche in mare aperto (piattaforma ISMAR-CNR). Sulla base dei livelli osservati e dell'analisi delle previsioni meteo-marine il Centro Previsioni e Segnalazioni Maree del Comune di Venezia effettua la previsione di marea, in genere per le 48 ore successive. Detta previsione viene divulgata attraverso internet, la stampa locale, quadri cartacei presenti in alcuni punti della città, alcuni punti "touch screen" collocati in genere presso le edicole, un sistema di tabelloni luminosi e una segreteria telefonica con messaggi pre-registrati. In caso di pericolo d'insorgenza dell'acqua alta molti abitanti dei piani più bassi e gli operatori economici con attività a pian terreno ricevono un avviso telefonico (servizio attivabile su richiesta), per permettere loro di predisporre paratie di protezione agli ingressi. È inoltre attivo un servizio gratuito di allerta tramite sms per tutti i cittadini iscritti al servizio.
Qualora il livello previsto eguagli o superi i 110 cm, con circa tre ore di anticipo sull'arrivo del picco di marea entra in funzione un sistema di sirene d'allarme posizionate in punti strategici, in grado di allertare l'intera popolazione.
Dal 7 dicembre 2007 nel centro storico e nell'isola della Giudecca è entrata in funzione una nuova sirena elettronica che emette due suoni distinti: il primo per avvertire la popolazione dell'arrivo dell'acqua alta, il secondo per dare un'indicazione dell'altezza della marea prevista a seconda del numero di toni diversi emessi (>110 cm, >120 cm, >130 cm e >140 cm). Precedentemente invece la sirena era di tipo elettromeccanico ed il suo suono segnalava una marea superiore ai 110 cm; l'eventuale ripetizione avvisava di una previsione superiore ai +140 cm. Una terza ripetizione era associata alla previsione di superamento di quota +160 cm. Questo tipo di sirena è ancora utilizzato nelle isole della laguna, in attesa della completa sostituzione con il nuovo sistema. La nuova sirena è stata utilizzata per la prima volta nella notte tra il 23 e il 24 marzo 2008, per una previsione di marea (poi risultata esatta) pari a +110 cm.
Nei periodi di maggior frequenza del fenomeno si predispone un sistema di passerelle, ovvero tavole di legno appoggiate su supporti in ferro che creano percorsi "asciutti" per i principali snodi della città, garantiti fino ad un livello di marea di +120 cm, oltre il quale alcune passerelle potrebbero iniziare a galleggiare.
Da alcuni anni è in corso di realizzazione il progetto MOSE che dovrebbe permettere l'eliminazione delle acque alte eccezionali per mezzo di barriere mobili ancorate al fondo delle bocche di porto della laguna ed azionabili attraverso un sistema pneumatico in modo tale da isolare la laguna dal mare durante il passaggio del picco di marea. Si prevede di chiudere le barriere in occasione di maree superiori ai 110 cm, lasciando ad altri interventi (in special modo il rialzo del piano di calpestio) la risoluzione o la mitigazione dei casi inferiori. Tale livello rappresenta un compromesso tra la difesa dei centri abitati dalle acque alte e le esigenze di non modificare l'equilibrio ambientale e morfologico (soprattutto garantendo un adeguato ricircolo alle acque lagunari) e di garantire le attività portuali.